Drosera in acqua


5 Gennaio 2014
Questo semplice esperimento pensato inizialmente per verificare per quanto tempo una Drosera potesse sopravvivere sommersa in acqua, ha rivelato con il passare dei giorni, interessanti spunti di riflessione.
Per il test è stata utilizzata una piccola divisione di Drosera capensis "Alba", sicuramente una delle specie carnivore più robuste e coriacee.
Una volta estratta la pianta dal substrato originale, le radici sono state accuratamente lavate per eliminare ogni residuo di torba e in seguito avvolte con del nylon a sostituzione del tradizionale substrato.
Questo particolare "substrato artificiale", già testato qualche anno fa con successo per coltivare una Drosera spatulata, consente alle radici di "ancorarsi" garantendo in questo modo una certa stabilità alla pianta stessa, proprio come se le sue radici si trovassero nel classico substrato torba/perlite.
La scelta del vaso è ovviamente caduta su un contenitore trasparente, in modo che la pianta, completamente sommersa dall'acqua, potesse ricevere sufficiente luce per un corretto sviluppo.


Durante i primi giorni la pianta è stata monitorata ma non sono state riscontrare evoluzioni degne d’interesse.

10° giorno

Ad una attenta osservazione ho notato che i peli unicellulari ai bordi delle foglie hanno inaspettatamente prodotto piccole gocce di mucillagine, non sono ovviamente paragonabile alle dimensioni di quelle prodotte in condizioni "normali", ma il fatto che la pianta sia riuscita a formare la "colla" nonostante immersa in acqua, è sicuramente una condizione curiosa.
Qui sotto sono riportate due immagini molto eloquenti, anche se a causa dei riflessi d'acqua, non risultano molto chiare.


Ovviamente avevo ipotizzato e messo in preventivo il fatto che l'acqua potesse in qualche modo impedire alla pianta di produrre le gocce di mucillaggine, ma i fatti dimostrano il contrario, in qualche modo e seppur completamente sommersa, la piccola Drosera sembra riuscire a svolgere (anse se parzialmente) questa importante funzione a lei indispensabile, per cattura delle prede.

12° giorno

Sulla superficie dell'acqua si nota un certo numero di zanzare morte, (credo per annegamento) una situazione inaspettata, il vasetto è stato posizionato infatti all'interno di un terrario a freddo, dove però le fessure, benchè di piccole dimensioni, hanno probabilmente permesso l'ingresso agli insetti.
Solitamente le prede sono attirate dal profumo emanato dalle gocce di mucillaggine o dallo scintillio che queste producono quando sono raggiunte dai raggi solari.


In questo caso però, non credo che la luce delle lampade siano sufficienti a far "scintillare" le gocce di mucillagine, mi è più facile pensare che parte della mucillaggine prodotta dalla pianta si sia disciolta nell'acqua, creando un irresistibile richiamo per questi insetti.
Un'altra possibilità può essere quella che gli insetti trovati nel bicchiere sono stati semplicemente attratti dallo specchio d'acqua così, per escludere questa eventualità, ho posizionato al fianco del vaso con la pianta un secondo contenitore uguale al primo, riempito con acqua.
Dopo una decina di giorni, sono aumentati gli insetti che galleggiano nel liquido presente nel vaso che contiene la pianta, mentre nel secondo (quello senza la pianta)... degli insetti, neppure l'ombra.
Quindi, una casa è certa, anche se immersa completamente nell'acqua, la pianta riesce ad attirare le sue prede e quindi mi viene da pensare che queste saranno digerite dagli enzimi disciolti nell'acqua, fornendo così alimenti preziosi per la sopravvivenza della pianta.

13° giorno

Con grande sorpresa, noto una zanzara (probabilmente una di quelle che galleggiava in superfice), intrappolata tra le gocce di mucillaggine di una foglia.
Escludo la possibilità fantascientifica che durante la notte, la pianta abbia fatto affiorare come una piova, un suo tentacolo per catturare l'insetto, posso solo immaginare che non solo la pianta riesce ad attirare gli insetti pur essendo sommersa, ma nel caso in cui questi cadano verso il fondo del vaso, riesce a mantenerli invischiati tra la poca mucillagine presente sulle foglie.
Cosa ancora più stupefacente, nelle ore successive, la foglia che aveva intrappolato la zanzara inizia a piegarsi, proprio come avrebbe fatto in condizioni "normali", per avvolgere la prede e poterla così digerire.
Anche in questo caso le immagini qui sotto, sono sicuramente eloquenti pur non essendo perfettamente nitide.



20° giorno

Dopo 20 giorni d'immersione, è doveroso verificare se in questo periodo vi è stata una crescita strutturale della pianta.
Ecco come si presenta ora la pianta.


Mettendo a confronto quest'immagine con quella che la ritraeva all'inizio dell'esperimento, non vi sono dubbi, la pianta è sicuramente cresciuta e la differenza si nota immediatamente.



21° giorno

Visto il progressivo sviluppo della pianta, decido di "rinvasarla" in un contenitore più alto in modo che le foglie restino completamente immerse nell'acqua.




Seguiranno altri aggiornamenti non appena vi saranno eventi degni d’interesse.