Nepenthes da talea
Il metodo più utilizzato dall'hobbista coltivatore per propagare una Nepenthes è quello della talea.
Rispettando alcune semplici regole, questa tecnica si rivela molto efficace e garantisce un'alta percentuale di successo.
I dettagli per eseguire una talea, variano considerevolmente a seconda dei vari coltivatori, quindi quelle che
seguono sono linee guida e consigli dettati dalla mia personale esperienza.
La prima domanda che ci viene spontanea è quando sia il periodo migliore per eseguire una talea di Nepenthes.
Ricordando che queste piante sono di natura tropicale e che quindi si sviluppano e crescono in qualsiasi stagione,
la risposta è molto semplice... possiamo praticare la tale in qualsiasi periodo dell'anno.
E' bene precisare inoltre che la talea vanno effettuate partendo da una pianta sana e in un preciso momento
di crescita vigorosa, in questo caso anche la talea si svilupperà più velocemente e con una maggiore percentuale di successo.
Viceversa, se la pianta non è perfettamente in salute a causa di temperature troppo alte o troppo basse,
le talee potrebbero anch'esse risentirne e non radicare bene.
Una situazione ideale di propagazione è quella di utilizzare una pianta che abbia un fusto rampicante alto con molte foglie e possibilmente con rosetta basale di foglie.
Questo permetterà di recidere il fusto rampicante (anche interamente) lasciando comunque la pianta con la rosetta basale intatta.
Partendo dal tratto apicale della pianta, tagliamo il fusto rampicante appena sotto l'ultimo nodo fogliare in corrispondenza
del punto mostrato dalla freccia nella fotografia che segue.
Se si vuole eseguire più talee, taglieremo l'intero stelo rampicante in corrispondenza di altrettanti nodi, lasciando che la pianta rimanga solo con una rosetta basale.
La pianta impiegherà qualche mese per ricrescere.
Se la pianta è priva di una rosetta basale abbiamo due possibilità.
1) Recidiamo lo stelo lasciando però almeno 4 o 5 foglie.
2) Con la tecnica vista nella sezione “Il pollone” si appoggia il vaso su un lato in modo che il fusto rampicante cresca
in orizzontale, in pochi mesi la pianta inizierà a creare una nuova rosetta basale e si potrà così asportare tutto il fusto rampicante.
Per sfruttare al meglio la talea, dovremo fare in modo che questa abbia almeno un nodo fogliare, al di sopra del quale la
talea produrrà un nuovo germoglio di crescita (vedi foto seguente).
Le radici invece, si formeranno nella posizione in cui è stato effettuato il taglio dello stelo rampicante.
Per effettuare il taglio dello stelo rampicante, è consigliabile utilizzare forbici o taglierini nuovi e sterilizzati a fiamma.
Una lama nuova e affilata, non schiaccia stelo rampicante mentre questo viene tagliato.
Alcuni coltivatori consigliano di effettuare il taglio dello stelo rampicante immergendolo in acqua.
Con questo accorgimento, si impedisce all'aria di bloccare le cavità delle vene dello stelo rampicante
in modo che queste possano assorbire meglio l'acqua in corrispondenza del taglio.
Un'operazione che faccio spesso è quella di tagliare parzialmente o quasi interamente le foglie della
talea, in modo da ridurre sensibilmente la traspirazione delle foglie rimaste riducendo così la
possibilità che il taglio si asciughi.
Alcuni coltivatori usano l'ormone radicante sui bordi tagliati, ma secondo la mia esperienza,
l'uso di tali ormoni non da effettivamente molti benefici.
Nel caso lo si voglia comunque usare, versiamone una quantità sul pezzo di carta e raccogliamo
la polverina attorno alla parte recisa dello stelo rampicate.
Un'altra accortezza, è quella di incidere la parte finale della talea, infilando un pezzetto di
sfagno vivo nella fessura per tenere i due lati leggermente separati e ricoprire il tutto sempre con dello sfagno vivo.
In questo modo sfrutteremo anche le ben note proprietà antifungine di questo prezioso elemento.
Una volta pronta la talea, non ci resta che scegliere il substrato per permettere la radicazione e lo sviluppo di
quella che diventerà una nuova piantina, geneticamente identica alla pianta madre.
Personalmente ho avuto esperienze con tre differenti tipi di substrati, ognuno dei quali ha ovviamente pregi e difetti.
Vediamoli nel dettaglio.
Torba e perlite
E' il composto più naturale, miscelando quantità in parti uguali di torba acida di sfagno
e perlite.
La talea va interrata come se fosse un classico rinvaso di una pianta già radicata.
Il grosso vantaggio consiste nel fatto che si eviterà di stressare il nuovo e delicato apparato radicale per sistemare
la pianta in un vaso definitivo.
Di contro, è praticamente impossibile verificare visibilmente lo sviluppo progressivo dell'apparato radicale.
Acqua da osmosi
E' il composto più semplice da preparare, la talea va semplicemente appoggiata in un contenitore di plastica trasparente
riempito di acqua da osmosi
Il vantaggio di questo "substrato" è quello di poter verificare visivamente lo sviluppo progressivo dell'apparato radicale.
Di contro, una volta radicata, la talea dovrà essere interrata in un vaso definitivo con la possibilità di stressare l'apparato radicale.
Spugna
E' il composto che utilizzo con successo da qualche anno.
La talea va inserita tra due strati di spugna ed il tutto posizionato all'interno di un contenitore di
plastica e mantenuto costantemente umido con acqua da osmosi.
Il grosso vantaggio consiste nel fatto che si eviterà di stressare il nuovo e delicato apparato radicale in quanto
si potrà utilizzare già un vaso definitivo e coltivare successivamente la pianta in solo spugna.
Di contro, come visto per il composto di torba e perlite, è impossibile verificare visibilmente lo sviluppo progressivo dell'apparato radicale.
Indipendentemente dal tipo di substrato scelto, il vasetto deve essere riposto in un luogo dove possa essere garantita una buona temperatura
(> 18°-20°), un buon tasso di umidità (> 80%), acqua a sufficienza e sopratutto moltissima luce.
In mancanza di un terrario (soluzione ideale), possiamo utilizzare piccolo contenitore di plastica
che possa garantire il microclima ideale per la radicazione della talea.
In funzione della specie e dal microclima in cui la talea si trova, dopo un lasso di tempo più o meno
lungo (anche parecchi mesi), noteremo dei nuovi punti di crescita, il chiaro segnale che la talea a radicato.