Il pollone
(getto basale)




Può capitare osservando una delle nostre Nepenthes di notare alla base del fusto e più precisamente a livello del terreno, la presenza di quella che sembra essere a prima vista una inedita e piccola pianta.
Non dobbiamo assolutamente pensare di trovarci dinanzi ad una nuova pianta, nata così dal nulla.
Si tratta in realtà di un pollone o come viene anche chiamato in gergo, un getto basale.
Con il termine botanico pollone, si intende la parte di una pianta sotto forma di ramo che si sviluppa ai piedi della pianta stessa, a volte anche direttamente dalle sue radice.
La nostra Nepenthes si sta semplicemente auto-clonando, si è innescata cioè una vera e propria replicazione della pianta madre.
La nuova plantula acquisirà quindi dalla pianta madre non solo il sesso ma anche le sue caratteristi morfologiche, come ad esempio la forma e i colori degli ascidi... insomma possiamo ragionevolmente definire il pollone come un vero e proprio clone della pianta da cui deriva.
Cosa possiamo fare con un pollone?
L'utilizzo dei polloni per la propagazione delle Nepenthes, è una tecnica ormai largamente utilizzata, in quanto consente di ottenere piante adulte (geneticamente identiche alla pianta madre) in un tempo decisamente inferiore rispetto a quello impiegato con la tecnica della semina.
Nella maggior parte dei casi, i polloni non presentano apparati radicali, e quindi per ottenere una nuova pianta adulta, è necessario taleizzare il pollone reciso, una tecnica però che come sappiamo, richiederà condizioni climatiche adeguate e tempistiche abbastanza lunghe.
Alcune volte però, se siamo fortunati, i polloni presentano radici proprie, in questo caso sarà quindi possibile invasare il pollone come una normale pianta, velocizzando così sensibilmente i tempi di propagazione.
In entrambi i casi, è comunque vivamente consigliabile procedere all'esportazione del pollone, nel momento in cui questo presenti foglie che hanno una dimensione minima di 2-3 cm.
Come dividere un pollone?
La separazione del pollone dalla pianta madre, viene chiamata in gergo “spollonatura' e può essere effettuata in due modi dopo aver svasato la pianta, mettendo a nudo la parte sottostante al substrato.
Individuato l'attacco del pollone con il fusto della pianta madre, possiamo provare a "strapparlo" se questo non oppone resistenza, oppure possiamo effettuare un taglio netto alla base del pollone utilizzando un taglierino con la lama accuratamente sterilizzata.
Nel caso in cui il pollone presenti un suo distinto apparato radicale, effettuiamo la spollonatura con particolare accortezza per evitare di danneggiare le radici.
E' possibile indurre una Nepenthes a produrre polloni?
Nonostante la domanda sia abbastanza bizzarra, la risposta è sì, vi sono condizioni "naturali" od interventi strategici da parte di coltivatori che possono indurre le Nepenthes a produrre polloni.
Tra le cause naturali più comuni che inducono una pianta nella produzione dei polloni, trova posto lo stress.
Nella maggior parte dei casi infatti, i polloni si sviluppano proprio in un particolare stato di stress della pianta.
Sono questi i momenti in cui la pianta decide di dedicare la sua energia nella produzione dei getti basali, una condizione sperimentata su alcune delle mie Nepenthes
Leggevo su un forum inglese, che un coltivatore aveva notato la formazione di polloni, pochi giorni dopo che una zona apicale di una sua pianta era stata letteralmente "bruciata" da una lampada caduta accidentalmente sulla pianta... un evento che aveva ovviamente portato la pianta ad un notevole stress.
Come detto prima, esistono poi tecniche specifiche per indurre una Nepenthes a produrre polloni.
Quelle che seguono sono pratiche che non ho però sperimentato personalmente, ma che ho recuperato da vari "forum carnivori".
Ad esempio, utilizzando lampade con Lumen altissimi (oltre i 20.000) (debitamente distanziate dalla pianta), è possibile portarla ad una sorta di stress forzato, condizione che come visto prima, induce la pianta a produrre polloni.
Un'ulteriore tecnica sicuramente meno invasiva, consiste nel forzare la pianta a crescere "storta", questa condizione causa uno spostamento delle auxine della pianta stimolando la crescita basale entro pochi mesi.
Si può costringere la pianta alla nuova posizione obliqua, piegandone il fusto di circa 45°, oppure per evitare tale forzatura, è possibile inclinare direttamente il vaso di 45°.
Nell'immagine che segue viene illustrata come utilizzare quest'ultima tecnica.