Le Nepenthes sono tra i vari generi di piante carnivore, sicuramente le più suggestive ed affascinanti, di contro richiedono
particolari attenzioni ed hanno particolari esigenze per la loro corretta coltivazione.
Coltivare una Nepenthes non è sicuramente cosa facile, ma le soddisfazioni con le quali queste piante ricambiano il coltivatore sono infinite. La regola di base per poter coltivare al meglio la Nepenthes si basa sul fatto che questa pianta vive per lo più ai tropici, dove sono presenti condizioni climatiche ben differenti rispetto a quelle che caratterizzano il clima italiano. I fattori fondamentali da tenere in considerazione per una corretta coltivazione delle Nepentes sono:
Temperatura
Queste piante carnivore, tollerano una vasta gamma di temperature a seconda delle specifiche zone in cui vivono originariamente. Le Nepenthes highland ad esempio sopportano in natura temperature minime che oscillano attorno ai 5° di minima (solitamente durante la notte) e 30° di massima durante il giorno, mentre per le Nepenthes lowland le temperature minime non devono mai scendere al di sotto dei 18°, mentre le massime possono raggiungere tranquillamente i 30°-35°. La temperatura ideale per queste piante deve necessariamente rimanere all’interno di questi range, non sono quindi piante che si possono coltivare all’aperto alle nostre latitudini, durante i mesi invernali. Per mantenere queste temperature ideali in qualsiasi momento dell’anno, come succede nei paesi tropicali, è necessario quindi coltivarle in appositi terrari all’interno dei quali si può facilmente ricostruire un ecosistema del tutto simile a quello in cui normalmente vivono. A differenza di molte altre piante carnivore e non, per le Nepenthes il “cuore” della vita non risiede nelle radici, ma bensì nelle proprie foglie, una parte strutturale esposta direttamente agli agenti climatici e quindi particolarmente vulnerabile. Una esposizione prolungata a temperature troppo basse o troppo alte può in qualche modo danneggiare l’apparato fogliare con conseguenze drammatiche che portano in casi più estremi alla morte della pianta. Anche lo spostamento della pianta da una posizione ad una altra con una modificazione delle condizioni climatiche, piò sottoporre la pianta a forti stress altamente dannosi. Ad esempio, se in pieno inverno dovessimo trasportare una Nepenthes coltivata in un terrario utilizzando la nostra macchina, è bene che questa venga preventivamente riscaldata, in modo da evitare alla pianta un probabile choc da sbalzo termico.
Umidità
L'umidità è un fattore essenziale per qualsiasi Nepenthes poiché queste piante amano elevate percentuali di umidità accompagnate da una scarsa ventilazione. Coltivare queste piante carnivore in luoghi secchi e ventilati risulta quindi problematico se non addirittura impossibile. Per questa ragione, il terrario si dimostra anche in questo caso il miglior luogo per coltivare le Nepenthes. Quando parliamo di elevate percentuali di umidità, ci riferiamo a valori che oscillano tra il 70% e 80%, anche se in alcuni casi rari alcune Nepenthes gradiscono percentuali decisamente più alte. L'umidità è un fattore talmente importante per lo sviluppo di queste piante che un repentino abbassamento del tasso di umidità, può causa seri problemi che in casi estremi possono portare la pianta alla morte in breve tempo.
Areazione
Parlando di temperatura e umidità non possiamo tralasciare un fattore che in qualche modo ne deriva: l’areazione. La maggior parte delle Nepenthes sembrano prosperare tranquillamente in ambienti chiusi e poco areati, alcune sono addirittura coltivate in serre dove l’aria è praticamente immobile e la temperatura ed il tasso di umidità sono talmente elevati che è difficile per un essere umano poter respirare. Sembrerebbe un paradosso, un’ironia della sorte, ma questo particolare tipo di clima è amato purtroppo da uno dei più potenziali e peggiori nemici di questa pianta carnivora, i funghi. Negli ambienti afosi e ricchi di umidità infatti si formano funghi e muffe, organismi vegetali appartenenti al gruppo delle Crittogame, caratterizzate dal rilasciare pericolose spore che si propagano nell'aria e che a volte vengono percepite anche dall’olfatto umano. Questi organismi non devono mai essere sottovalutati, un solo fungo può spazzare via in pochi giorni un’intera collezione di piante rinchiuse ad esempio in un terrario, un luogo che se poco arieggiato può divenire un ottimo ambiente per la proliferazione dei funghi. Non appena si nota la presenza di questi sgraditi ospiti, bisogna correre subito ai ripari ed agire con rapidità e decisione. In primo luogo, occorre arieggiare e ventilare il terrario, trattando le piante con un buon fungicida. Inutile precisare che si dovrebbe mai arrivare a questi estremi, per cui è buona norma adottare il terrario di un sistema di ventilazione che garantisca un corretto riciclo dell’aria o in mancanza di questa opportunità, è consigliato arieggiare il terrario aprendolo per qualche minuto almeno una volta al giorno.
Luce
La luce è l’elemento più importante ed è fondamentale per la coltivazione della Nepenthes. Un fattore per il quale queste piante non sono affatto indulgenti. Un’illuminazione corretta è sicuramente la base per poter coltivare Nepenthes sane ed in piena forma, una condizione che permette loro di svilupparsi in maniera rigorosa e soprattutto di poter produrre ascidi spettacolari. In mancanza di luce la pianta tende a rallentare la sua crescita e in casi estremi può arrivare alla morte. Spesso si è portati a credere che queste piante necessitano di una illuminazione intensa, mentre in realtà tranne casi rari come per la N. pervleii e pochissime altre specie, quello che conta è una buona illuminazione accompagnata da una corretta durata del fotoperiodo. In natura le Nepenthes vivono prevalentemente in zone dove non vengono raggiunte dai raggi diretti dal sole, infatti la maggior parte di queste piante sono epitefe e vivono ombreggiate dalle foglie dell’albero che le ospita. Queste zone tropicali, sono però caratterizzate da giornate dove la luce naturale è presente per 14-15 ore. In funzione di quanto appena detto, queste piante devono essere quindi coltivate in luoghi dove possano ricevere una buona quantità di luce per un fotoperiodo che risulti sufficientemente lungo. Anche in questo caso, il terrario si dimostra il luogo ideale per una corretta crescita, sia durante i mesi estivi, ma soprattutto durante l’inverno, quando alle nostre latitudini il fotoperiodo è veramente molto breve. Ho coltivato parecchie Nepenthes in terrari dove erano installate lampade a luce fredda (6400K°) con potenze relativamente basse (40W – 50W) mantenute accese per 15-16 ore giornaliere ottenendo sempre ottimi risultati. Se si è costretti però nei mesi estivi a coltivare queste piante carnivore all’esterno, è bene ricordarsi di proteggerle dai raggi solari a causa della loro elevata intensità UV. È sufficiente proteggere la pianta interponendo ai raggi solari un leggero telo bianco, evitando così pericolose scottature alle foglie con conseguenze tal volta drammatiche.
Substarto
Tra i vari fattori che concorrono ad una buona coltivazione della Nepenthes, la scelta del substrato è quella che in questi ultimi anni è stata teatro di innumerevoli diatribe tra i vari coltivatori. Sono stati sperimentati svariati tipi di mix, dai quali è emerso che questa specie carnivora predilige terreni con basse percentuali di torbe, in quanto questa, tende a rallentarne la crescita. La caratterista principale che un buon mix deve avere è quella di essere ben drenante in quanto queste piante non amano particolarmente i ristagni d’acqua, ed in secondo luogo deve ovviamente contenere un basso tasso di sostanze nutritive con un Ph acido che può comunque tendere a valori più neutri. La scelta di un buon substrato non incide unicamente sulla buona crescita della pianta, ma ha anche lo scopo di affrontare rinvasi meno frequenti, altra situazione poco amata dalle Nepenthes. Il substrato che utilizzo da anni è composto do 2/5 di Bark, la comune corteccia di pino, 2/5 di perlite ed 1/5 di torba acida di sfagno. Altri mix possono essere preparati utilizzando materiali naturali come ad esempio fibra di sfagno lungo, fibra di cocco o sabbia silicea che ha come caratteristica quella di essere ben drenante e leggermente acida. Molti coltivatori adottano comunque il substrato standard che normalmente si prepara per le piante carnivore composto da torba acida di sfagno e perlite, un mix facile da preparare e che garantisce un buon drenaggio dell’acqua ma di per sé risulta un substrato sostanzialmente diverso rispetto a quello in cui le Nepenthes vivono in natura.
Acqua
L'acqua è sicuramente un altro importante fattore da tenere in considerazione nella coltivazione delle Nepenthes. Come per le atre specie carnivore, anche per la Nepenthes è d’obbligo l’utilizzo di acque pulite. La normale acqua che sgorga dai nostri rubinetti può essere buona al nostro palato, ma contiene sicuramente dosi più o meno elevate di cloro e minerali vari, una condizione che non solo tende a modificare i valori naturali della torba, ma nel contempo è estremamente nociva per queste piante abituate a vivere in terreni con scarsa presenza di minerali ed irrigati da acqua piovana, un’acqua che nelle foreste tropicali sono sostanzialmente povere di minerali. Per una corretta coltivazione, l’acqua migliore da utilizzare è quella piovana, che però può essere utilizzata solo se raccolta lontano dai centri urbani altamente industrializzati. In alternativa si può far uso di acqua prodotta da impianti di osmosi oppure quella che si trova in bottiglia e che normalmente beviamo tutti i giorni. Se si decide di utilizzare l’acqua minerale naturale in bottiglia bisogna prestare però attenzione ad uno dei tanti valori che vengono riportati sull’etichetta della bottiglia stessa: il valore del residuo fisso a 180°. Questo in pratica indica la quantità di sostanza solida perfettamente secca che rimane dopo la completa evaporazione dell’acqua a 180°. Acque con un valore inferiore ai 50 Mg/L si possono considerare idonee per la coltivazione delle piante carnivore in generale e quindi anche per le Nepenthes, acque con valori superiori sono da ritenersi velenose per queste piante. Di norma la maggior parte delle specie carnivore, vivono in terreni paludosi e/o acquitrinosi, di conseguenza nella coltivazione indoor si fa largo uso di sottovasi sempre ricolmi di acqua. Una regola non applicabile completamente per quanto riguarda la Nepenthes, una specie che predilige substrati umidi ma non particolarmente fradici. Fatta eccezione per la N. fusca che vive prevalentemente su roccia, per tutte le altre Nepenthes è bene porre particolare attenzione al loro approvvigionamento idrico. In virtù del fatto che queste piante non amano i ristagni d’acqua sono vivamente sconsigliati i sottovasi per piante coltivate in vasi molto bassi, in quanto per capillarità l’acqua del sottovaso tenderebbe ad inzuppare eccessivamente il substrato. L’uso del sottovaso può essere utilizzato invece quando si coltivano piante in vasi alti (oltre i 10 cm.) in questo modo l’acqua manterrà umido il terreno senza inzuppare la parte più vicina alle radici. Indipendentemente dall’altezza del vaso, è a mio parere più corretto annaffiare dall’alto, solo e quando il substrato tende ad asciugarsi, per queste piante è meglio un substrato più asciutto che uno completamente fradicio. Durante l’approvvigionamento idrico è da tenere ben presente che all’interno dei terrari, normalmente si sviluppano temperature che possono sfiorane i 30°. Nel caso in cui l’acqua con cui si annaffiano le piante ha una temperatura decisamente inferiore, vi è la possibilità che l’apparato radicale risenta di questo sbalzo, una condizione poco gradita da questa pianta. Sfruttando le tecniche dei coltivatori di orchidee (piante che nella loro coltivazione hanno molto in comune con le Nepenthes), è possibile utilizzare per l’ approvvigionamento idrico, acqua tiepida, un metodo che pare essere molto gradito a questa specie carnivora e che nel contempo scongiura facili danneggiamenti all’apparato radicale.
Stress
L’ultimo fattore, ma non certamente in ordine di importanza, è lo stress, la risposta della pianta ad un evento anomalo causato da una condizione ambientale o ad uno stimolo esterno. La condizione di stress è assolutamente da evitare ed è quindi indispensabile adottare ogni accorgimento preventivo. Una Nepenthes stressata può debilitarsi progressivamente fino alla morte ed una volta sottoposta a stress più o meno intenso, difficilmente riesce a recuperare il suo stato di salute. Normalmente la prima avvisaglia di stress si manifesta con una perdita di turgore delle foglie e/o un appassimento dei punti crescita. Tra le varie cause che portano facilmente allo stress queste piante, troviamo i cambiamenti climatici, sbalzi di temperatura, correnti d’arie o forti variazione del tasso di umidità. I rinvasi possono essere un’ulteriore causa di stess, questi vanno quindi eseguiti solo se strettamente necessari e sopratutto con molta cautela cercando di manipolare il meno possibile il fragile e sensibile apparato radicale. Anche una scorretta concimazione della pianta, cosa che come vedremo più avanti è concessa per questa specie carnivora, può causare stress all’apparato radicale. Nel caso in cui la pianta presenti chiari segnali di stress, è possibile tentare di ripristinare le sue caratteristiche biologiche con semplici procedure come ad esempio diminuire l’intensità della luce, ma cosa importantissima, senza accorciare il fotoperiodo. E’ possibile anche in caso di stress da carenza di umidità, incappucciare l’intera pianta con un sacchetto di cellophane trasparente chiuso alla base della pianta stessa. |