L'impollinazione


Il termine "impollinazione" indica il momento in cui il polline proveniente dagli stami di un fiore si deposita sullo stigma dello stesso fiore o su quello di un diverso fiore; una fase del ciclo vegetale che si finalizza successivamente con la fecondazione del fiore che ha ricevuto il polline.
In natura esistono due tipologie di impollinazione, quella autogama detta anche autoimpollinazione e quella incrociata.
Il primo caso è possibile unicamente per quei fiori ermafroditi che presentano una particolare struttura a livello di organi riproduttivi, struttura caratterizzata dall’avere stilo e filamento con la stessa lunghezza e quindi antera e stigma sulla stessa linea.
Alla prima apertura del fiore, stilo e filamento si distendono fino ad assumere una posizione quasi parallela e molto ravvicinata fra di loro.
Nel momento in cui il fiore si chiude i petali spingono le antere cariche di polline contro lo stigma, innescando cosi per contatto, l’impollinazione del fiore.
Un chiaro esempio di autoimpollinazione è quello sfruttato nel mondo carnivoro dalla maggior parte delle Drosere.
E’ bene precisare che le autoimpollinazioni risultano alquanto dannose e deleterie poichè aumentano la percentuale di rischio che le piante nate dai semi fecondati potrebbero manifestare modificazioni genetiche anomale.
Per questo motivo alcune piante come ad esempio la Dionaea muscipula producono fiori particolari che presentano una “dicogamia fiorale” ovvero la maturazione dell’antera e dello stigma in due momenti ben differenti.
Le antere dell’apparato maschile maturano infatti durante la prima apertura del fiore.
In questa fase che chiameremo “Fase maschile” gli stami sono eretti in modo da essere ben visibili agli insetti impollinatori, mentre lo stigma è ancora privo di quella parte abilitata alla ricezione del polline, quindi il fiore è nell'impossibilità di essere fecondato, sia dal polline di altri fiori, sia da quello che accidentalmente potrebbe cadere dalle antere del fiore stesso.
Il giorno successivo, subentra la "Fase femminile”, fase in cui il polline prodotto dalle antere tende a perdere la sua fecondità, mentre lo stigma raggiunge la sua maturità ed è così pronto a ricevere il polline.
Gli stami si allargano adagiandosi sui petali, in modo da evitare che i granelli di polline ancora parzialmente fertili, possano depositarsi involontariamente sullo stigma innescando così l'autoimpollinazione.
Vista l’indubbia impossibilità per quasi tutte le specie vegetali di muoversi, l’altra possibilità di fecondazione denominata incrociata è resa possibile grazie all'intervento di agenti esterni.
Si parla quindi di impollinazione entomogama o entomofila, quando il polline viene trasportato dagli insetti o di impollinazione ornitogama o ornitofila quando a farlo sono invece gli uccelli.
Nel caso in cui l'impollinazione avviene per opera del vento questa viene denominata impollinazione anemogama, oppure impollinazione idrogama, se questa avviene con l'ausilio dell'acqua.
In coltivazione capita spesso vi sia carenza di insetti o di particolari condizioni climatiche che possano provvedere in modo naturale all’impollinazione incrociata.
Parliamo allora di un terzo tipo di impollinazione denominata artificiale che sussiste nel momento in cui è l'uomo che sostituendosi alla natura, provvede manualmente a prelevare il polline dall’antera e depositarlo sullo stigma del fiore che intende impollinare.
E' sorprendente inoltre constatare come la natura sia in grado di donare ai fiori specifiche strutture a secondo del tipo di impollinazione a cui è soggetto il fiore stesso.
Un fiore a tipica impollinazione anemofila per esempio, avrà la caratteristica di oscillare al minimo soffio d'aria e sarà provvisto di numerosi stami con filamenti oscillanti ed uno stigma piumoso ed ampio per intrappolare meglio il polline sparso nell'aria dal vento.
Di contro, i suoi petali non avranno colori sgargianti con profumi particolari, tutti elementi che si rilevano invece indispensabili ad un fiore ad impollinazione ornitogama che deve necessariamente attirare l'attenzione di insetti per essere impollinato.