L'Heliamphora è una pianta carnivora appartenente alla famiglia delle Sarraceniaceae.
Annoverata tra le piante erbacee e perenni, si sviluppa da rizomi sotterranei con grosse foglie arrotolate che si dispongono a raggiera. Nella maggior parte delle specie, le foglie sono di un colore verde, e hanno dimensioni che variano da pochi centimetri fino a raggiungere lunghezza oltre il metro per la Heliamphora tatei. Alcune specie però, come ad esempio la Heliamphora elongata, presentano foglie prevalentemente rosse. Nella Heliamphora le trappole che prendono il nome di ascidi, sono chiaramente il risultato di una lunga fase di modificazione delle foglie che con il tempo si sono arrotolate su se stesse, saldandosi fino a formare una forma conica. Il peristoma che circonda l'imboccatura della trappola non è particolarmente evidente e scivoloso, mentre il classico opercolo che caratterizza gli ascidi di altre piante carnivore, è praticamente sostituito da una piccola protuberanza a forma di cucchiaio che ha il compito di secernere un liquido zuccherino per attirare le prede. La zona sottostante al piccolo cucchiaio, è molto scivolosa ed insidiosa, mentre la zona interna dell'ascidio nei pressi del peristoma è ricoperta da una fitta peluria rivolta verso il basso che rende più impegnativa la risalita verso la salvezza da parte della preda. Stremata dalla fatica, la povera preda finisce poi per annegare nell'acqua piovana che ristagna sul fondo dell'ascidio. Le piante appartenenti al genere Heliamphora non sono dotate di ghiandole per produrre tutte quelle sostanze in grado di scomporre e digerire le prede, e quindi per sopperire a questa carenza, si affidano ad una digestione di tipo batterica. L'acqua piovana è quindi per questa pianta un bene prezioso ed è questa la ragione per la quale non vi è la presenza di opercoli, la cui funzione è per altre piante, quella di evitare proprio che l'acqua piovana vada a diluire i liquidi digestivi presenti sul fondo delle trappole stesse. Nelle regioni in cui vive l'Heliamphora, le piogge sono però copiose e frequenti tanto da far aumentare il livello dell'acqua all'interno della trappola fino al raggiungimento dell'orlo, causando la fuoriuscita di eventuali prede catturate in precedenza. Per ovviare a questo problema, la pianta ha adottato una soluzione tanto semplice quanto ingegnosa. Le foglie hanno una cucitura verticale lungo tutta l'altezza dell'ascidio, cucitura che presenta una piccola fessura attraverso la quale l'acqua in eccesso viene drenata e portata all'esterno della trappola, in modo da mantenere il livello dell'acqua al di sotto dell'imboccatura della trappola stessa. Una particolarità di questa pianta, è la modalità con la quale avviene la formazione degli ascidi. Il nuovo ascidio si forma e si sviluppa partendo dell'ultimo ascidio prodotto dalla pianta, e più precisamente all'interno della piccola "vela" posta ai piedi dell'ascidio "madre". Sviluppandosi, il nuovo ascidio "taglia" la parte inferiore dell'ascidio "madre" ed esce per continuare la sua crescita. Osservando l'ascidio "madre" in controluce, è possibile notare chiaramente il nuovo ascidio al suo interno. Nella sequenza di immagini che seguono, si può notare il progressivo sviluppo di un nuovo ascidio. |