Le piante carnivore durante la loro evoluzione, oltre a raffinare tecniche per la cattura
e la digestione degli insetti, hanno anche sviluppato strategie per rendere il più possibile innocuo
il PPO ovvero il pollinator prey overlap.
Tra le strategie per ridurre il rischio di PPO possiamo annoverare la garanzia riproduttiva e la specializzazione nel differenziare un insetto impollinatore da un insetto preda.
Garanzia riproduttiva
Come ben sappiamo, la maggior parte delle piante carnivore sono specie perenni, alcune delle quali si
propagano oltre che per via sessuale, anche per via vegetativa.
Questo ci induce a pensare che la loro riproduzione mediante impollinazione, può essere pianificata anche nel corso di più anni. Queste piante perenni, possono quindi porre al primo posto la cattura di prede relegando al secondo posto il proseguo della specie. In questo specifico caso, abbiamo quindi un conflitto PPC decisamente poco rilevante per questa tipologia di pianta poichè il PPO risulta poco significativo. Sicuramente più cruciale è invece il conflitto PPC per le piante carnivore annuali, poiché queste necessitano di essere impollinate all'interno del loro breve ciclo di vita per garantirne la specie. In questo caso il PPO risulta decisivo, catturare insetti può equivalere ad una scarsa possibilità di riprodursi con continuità. Il PPO è quindi strettamente legato alla riproduttività delle piante carnivore che devono necessariamente scegliere la loro strategia, nutrirsi o riprodursi.
Specializzazione nel differenziare un insetto impollinatore da un insetto preda
Rispetto alla strategia per la gestione della garanzia riproduttiva, differenziare l'insetto preda
dall'insetto impollinatore o agevolare il primo rispetto al secondo e viceversa, può essere in prima istanza una
strategia più vantaggiosa per ridurre o prevenire un PPO.
Una strategia adottata da alcune specie carnivore per agevolare gli insetti impollinatori rispetto alle prede, è la separazione temporale delle trappole e dei fiori, strategia che previene completamente gli effetti di un PPO. Ad esempio, è noto che nella quasi totalità delle Sarracenia, dopo il periodo di riposo invernale, l'infiorescenza insorge circa un mese prima della produzione dei nuovi ascidi. In questo modo è praticamente impossibile che gli insetti impollinatori, diventino nel contempo prede. Anche nel caso della Dionaea muscipula si nota un chiaro segno di strategia temporale, infatti durante la fioritura questa pianta tende ad interrompere la formazione di nuove foglie-trappole, anche se questo comportamento viene ricondotto spesso ad un risparmio energetico da parte della pianta, per agevolare lo sviluppo della fioritura. Un ulteriore strategia utilizzata dalle piante carnivore per ridurre la sovrapposizione preda-impollinatore è la separazione spaziale fiore-trappola. La posizione della trappola di una pianta carnivora rispetto a quella del suo fiore, può incidere in modo più o meno significativo sul PPO. Le piante carnivore che sfruttano a pieno questo tipo di strategia sono le carnivore acquatiche. il genere Utricularia e Aldrovanda come ben sappiamo, sono caratterizzate da trappole sommerse, mentre le loro inflorescenze svettano verso l'alto al di sopra del livello dell'acqua. E' chiaro che un insetto impollinatore durante il suo compito “riproduttivo” non sarà mai attratto dalla trappola.... queste particolari piante carnivore adottano quindi alla perfezione la separazione spaziale trappole-fiori rendendo nullo il PPO. Lo stesso stratagemma è utilizzato anche per il genere Genlisea nonostante sia una pianta carnivora terrestre, utilizza come sappiamo, trappole situane nel sottosuolo e inflorescenze aeree. La strategia spaziale nel genere Pinguicula e in molte specie di Drosere è sostanzialmente quella di sviluppare stele floreali molto alti, in modo da garantire agli insetti impollinatori, maggior sicurezza di "sopravvivenza". Altra strategia utilizzata dalle piante carnivore per abbassare il livello PPO, è quella basata sull'attrazione e/o orientamento degli insetti. Ad esempio, alcune piante carnivore sviluppano trappole che agli occhi degli insetti impollinatori appaiono poco appariscenti mentre per gli insetti preda sono particolarmente attraenti. È noto inoltre che i segnali olfattivi emessi dai fiori giocano sicuramente un ruolo importante nell'attrazione specifica degli insetti impollinatori. La Nepenthes albomarginata è un chiaro esempio di specializzazione nel differenziare le prede dagli insetti impollinatori utilizzando specifici aromi che attirano nelle sue trappole solamente termiti. Per piante ad ascidio, i profumi emessi dalle trappole variano in seguito alla digestione e alla decomposizione degli insetti catturati... allontannado ad esempio gli insetti impollinatori che sono molto suscettibili a tali sgradevoli fragranze. Nel contempo però, questi odori nauseabondi, possono fungere da esca ad esempio per le mosche che come sappiamo sono particolarmente attratte dalla decomposizione della materia organica. Un caso interessante che non rientra nelle categorie descritte in precedenza, riguarda la Roridula che come sappiamo non essendo in grado di produrre enzimi digestivi in modo autonomo, non assorbe azoto dalla preda catturata ma dalle defecazioni degli emitteri (Pameridea) che vivono in simbiosi con la pianta. E' stato dimostrato che gli emitteri, sono ottimi vettori di polline che facilitano l'autoimpollinazione di questa specie proto carnivora. Ecco quindi che per questa pianta, non esiste praticamente una situazione di PPO, ogni insetto che si aggira nei suoi paraggi può essere considerato come un insetto "preda" per gli emitteri. Vi sono poi alcuni casi eccezionali che rendono nullo il PPC e il PPO. Per esempio la Nepenthes lowii è solitamente visitata da toporagni arboricoli che si nutrono del nettare prodotto da ghiandole presenti sull'opercolo della pianta. Il simpatico mammifero defeca poi all'interno dell'ascidio, fornendo così alla pianta il prezioso azoto. La Nepenthes ampullaria acquisisce invece la maggior parte dei suoi nutrienti digerendo le foglie che cadono sul suolo adiacente... insomma una pianta "carnivora-vegetale"... anche in questo caso vi è un annullamento totale di PPC e PPO. |