Per gli insetti e piccoli artropodi le piante carnivore sono delle predatrici temibili che uccidono senza pietà.
Non sempre pero la battaglia tra carnefice e vittima risulta così scontata, in alcuni casi infatti le prede
riescono a salvarsi prendendosi così la loro rivincita sulle piante carnivore.
L'istinto di sopravvivenza per gli insetti catturati è tale che per sfuggire alla mortale situazione,
le povere vittime intraprendono qualsiasi azione pur di evadere e raggiungere così la salvezza.
Nelle Sarracenie e nelle Nepenthes per esempio, grossi insetti come api e vespe, riescono in sporadici casi a fuggire
provocando lungo le pareti degli ascidi grosse lacerazioni attraverso le quali riescono ad aprirsi una via di fuga.
Anche i bruchi, dotati di apparato boccale masticatore, possono divenire spietati killer nei confronti dei vegetali.
Questi animaletti striscianti, rodono le parti verdi delle piante carnivore non tanto per liberarsi dalla morsa delle trappole, ma al solo
scopo di cibarsene, con il risultato finale di piante semi distrutte; le Pinguicule ad esempio, sembrano essere le più
appetibili per i bruchi.
Anche di fronte alla furia della natura, niente e nessuno può salvarsi ed i vegetali non sono certamente un
eccezione.... le intemperie sono in grado infatti di arrecare danni più o meno seri alle nostre piante.
Basti pensare ad un violento acquazzone o ancor peggio ad una grandinata, per avere come risultato piante con
menomazioni strutturali più o meno importanti,
Nepenthes con foglie bucherellate, Sarracenie con opercoli danneggiati o divelti, Drosere senza
più colla e con le foglie lacerate.
I danni provocati dalle prede in fuga e dagli agenti atmosferici non hanno però solamente un impatto visivo
dal punto di vista dell'estetica.
Siamo tutti d'accordo nel sostenere che non è bello da vedersi una pianta con foglie o ascidi bucherellati,
ma che queste menomazioni possono provocare anche dei veri e propri scompensi nella corretta crescita e sviluppo
delle piante stesse.
Pensiamo ad una Sarracenia con un buco nell'ascidio; una preda che cade sul fondo della trappola
potrà evadere più facilmente utilizzando la lacerazione come via di fuga senza dove obbligatoriamente risalire
l'intero ascidio fino al peristoma per trovare la salvezza.
Ancora più drammatiche sono le conseguenze per le Nepenthes, un foro nella parte bassa dell'ascidio provocherebbe
l'inevitabile fuoriuscita del liquido digestivo, con conseguente riduzione del potere assimilativo della preda.
A peggiorare la situazione, è il flusso d'aria che si forma all'interno dell'ascidio che causa l'evaporazione del liquido
digestivo portando come conseguenza ad una prematura secchezza dell'ascidio stesso.
Per porre rimedio a questi inconvenienti, possiamo per così dire "aggiustare" le nostre piante ricorrendo a semplici
tecniche di "Chirurgia vegetale" mirate a ricostruire ove possibile, le parti danneggiate.
In questo modo andremo così a ripristinare le funzioni naturali delle piante danneggiate e perchè no.... ridare un
tocco di bellezza alla pianta per la gioia dei nostri occhi.